Biltricide è un farmaco antielmintico indicato per il trattamento di infezioni parassitarie come schistosomiasi e distomatosi epatica. Il suo principio attivo, il praziquantel, paralizza e uccide i vermi aumentando la permeabilità al calcio, facilitando l’eliminazione tramite il sistema immunitario. È generalmente ben tollerato e si assume per via orale in 1-3 somministrazioni secondo il parassita. Non sostituisce la diagnosi medica: prima della terapia servono identificazione del parassita, valutazione clinica e verifica delle interazioni. Adatto anche a campagne di controllo in aree endemiche, va usato responsabilmente, seguendo le indicazioni professionali per massimizzare l’efficacia e limitare effetti indesiderati e monitorare eventuali recidive.
Biltricide è un antielmintico di riferimento per il trattamento di trematodi e cestodi, in particolare schistosomiasi (Schistosoma mansoni, S. haematobium, S. japonicum), clonorchiasi e opistorchiasi; trova impiego anche nella teniasi e in alcune altre cestodiasi come la difillobotriasi e l’imenolepiasi. Agisce aumentando la permeabilità della tegumentazione dei parassiti agli ioni calcio, provocando una contrazione tetanica, la paralisi e la morte del verme, che viene quindi rimosso dal sistema immunitario dell’ospite.
L’uso è indicato quando l’infezione è confermata o altamente probabile sulla base di esami delle feci/urine, sierologia o imaging. In contesti endemici può rientrare in strategie di controllo mirate. Non è attivo sui nematodi (es. Ascaris, Enterobius). La gestione clinica comprende la scelta del regime in base alla specie coinvolta e al carico parassitario, insieme a un follow-up microbiologico per confermare la guarigione.
Il dosaggio di Biltricide (praziquantel) è peso-dipendente e varia in funzione del parassita. Per la schistosomiasi, i protocolli più utilizzati prevedono una dose totale di 40–60 mg/kg in un’unica giornata, suddivisa in 2–3 somministrazioni a distanza di 4–6 ore. Per Clonorchis/Opisthorchis, lo schema tipico è 25 mg/kg tre volte al giorno per 1–2 giorni. Nella teniasi e nella difillobotriasi, spesso è efficace una singola dose da 5–10 mg/kg; nell’imenolepiasi (Hymenolepis nana) si usa comunemente 25 mg/kg in dose unica, con eventuale ripetizione a discrezione clinica. Per paragonimiasi: 25 mg/kg tre volte al giorno per 2–3 giorni. Quadri complessi come neurocisticercosi richiedono gestione specialistica dedicata.
Assunzione: ingerire le compresse intere con acqua durante i pasti o con uno spuntino; non masticarle (sapore marcatamente amaro). Le compresse incise possono essere divise solo se previsto dal confezionamento e se necessario per il calcolo del dosaggio. Distribuire le somministrazioni nell’arco della giornata rispettando gli intervalli. Evitare succo di pompelmo. In epatopatie, l’esposizione sistemica può aumentare: serve prudenza e sorveglianza clinica. L’insufficienza renale di solito non richiede aggiustamenti rilevanti. Nei bambini il farmaco è usato sopra specifiche soglie di età/peso secondo giudizio medico; negli anziani può essere opportuna una valutazione più attenta di comorbilità e politerapie. Non interrompere la terapia senza parere sanitario.
Informare il medico su patologie epatiche, storia di convulsioni, aritmie, allergie note e farmaci/supplementi assunti. Nelle epatopatie (inclusa ipertensione portale) l’assorbimento e il metabolismo di praziquantel possono variare, con necessità di monitoraggio più stretto. Nel sospetto di neurocisticercosi non diagnosticata, la lisi dei parassiti può scatenare una risposta infiammatoria: in tali casi il trattamento è specialistico e può richiedere corticosteroidi/anticonvulsivanti. L’interessamento oculare da cisticerchi è una controindicazione specifica al praziquantel.
Capogiri e sonnolenza possono comparire il giorno della terapia e quello successivo: evitare di guidare veicoli o usare macchinari finché non si conosce la propria risposta. Gravidanza: l’impiego può essere considerato quando il beneficio atteso supera i rischi, preferibilmente dopo il primo trimestre e su indicazione medica. Allattamento: in genere compatibile; alcune etichette suggeriscono, in caso di dosi elevate, una temporanea sospensione/estrazione del latte. La conferma di guarigione si effettua con esami di controllo a distanza di settimane, secondo parere clinico.
Biltricide è controindicato in caso di ipersensibilità nota al praziquantel o ad uno qualsiasi degli eccipienti. È controindicato nella cisticercosi oculare, dove la morte dei parassiti potrebbe danneggiare irreversibilmente la retina. Controindicata anche la co-somministrazione con rifampicina, potente induttore enzimatico che azzera l’efficacia del farmaco. Ulteriori controindicazioni possono dipendere dagli eccipienti (es. rare forme di intolleranza ereditaria al galattosio, deficit di lattasi o malassorbimento glucosio-galattosio se la formulazione contiene lattosio). L’uso nei bambini molto piccoli richiede valutazione specialistica.
Gli effetti collaterali più comuni sono transitori e di intensità lieve-moderata: cefalea, capogiri, sonnolenza, malessere, dolore addominale, nausea, vomito, diarrea, febbricola. Possono comparire mialgie, artralgie, orticaria o prurito. Un moderato innalzamento temporaneo delle transaminasi può verificarsi durante la terapia. Non è raro che parte dei sintomi derivi dalla risposta infiammatoria dell’organismo alla morte dei parassiti (die-off), più che dal farmaco in sé.
Eventi meno comuni ma clinicamente rilevanti includono palpitazioni, ipotensione, vertigini marcate, convulsioni in pazienti predisposti o con neurocisticercosi non riconosciuta, reazioni cutanee allergiche importanti. Segni di allarme: rash esteso, difficoltà respiratoria, ittero, dolore addominale severo persistente, disturbi neurologici acuti. In presenza di tali manifestazioni, interrompere il farmaco e cercare assistenza medica. La maggior parte dei pazienti completa la terapia senza complicazioni, specie se selezionati e monitorati adeguatamente.
Praziquantel è metabolizzato principalmente dal CYP3A4. Induttori enzimatici riducono marcatamente le concentrazioni plasmatiche e l’efficacia: rifampicina è controindicata; carbamazepina, fenitoina, fenobarbital e l’erba di San Giovanni dovrebbero essere evitati o gestiti con particolare cautela. Anche il desametasone può abbassare i livelli del farmaco. Al contrario, inibitori del CYP3A4 come ketoconazolo, itraconazolo, claritromicina/eritromicina, cimetidina possono aumentarne l’esposizione e il rischio di effetti avversi.
Ulteriori interazioni da considerare: clorochina può ridurre le concentrazioni di praziquantel; il succo di pompelmo ne aumenta l’assorbimento e va evitato durante la terapia. L’alcol può potenziare sonnolenza e capogiri. Informare sempre il medico/farmacista su ogni farmaco o integratore in uso, compresi prodotti da banco e fitoterapici. Quando una co-somministrazione è inevitabile, il clinico può rimodulare timing o terapia e intensificare il monitoraggio.
Se si dimentica una dose prevista nella giornata di trattamento, assumerla appena ci si ricorda, a meno che manchi poco alla dose successiva: in tal caso saltare la dose scordata e proseguire con lo schema. Non assumere dosi doppie per compensare. Avvisare il medico se la dimenticanza comporta uno scostamento rilevante dal piano (es. salti multipli) per valutare un eventuale recupero o un controllo di efficacia.
Un sovradosaggio di Biltricide può causare marcati capogiri, sonnolenza, nausea/vomito, tachicardia, ipotensione o convulsioni in soggetti predisposti. Non esiste antidoto specifico: la gestione è di supporto. In caso di assunzione eccessiva sospetta, contattare immediatamente il Numero Unico 112 o un Centro Antiveleni e non guidare. Portare con sé confezione e posologia assunta per facilitare la valutazione clinica.
Conservare Biltricide a temperatura ambiente, al riparo da umidità e luce, nella confezione originale ben chiusa. Tenere fuori dalla vista e dalla portata dei bambini. Non usare il medicinale oltre la data di scadenza indicata. Non gettare i farmaci nell’acqua di scarico o nei rifiuti domestici: chiedere al farmacista come smaltirli in modo appropriato per proteggere l’ambiente.
In Italia i medicinali a base di praziquantel sono in genere soggetti a prescrizione. Salute Intima JSC offre però una soluzione legale e strutturata per acquistare Biltricide senza ricetta “tradizionale” cartacea: attraverso un percorso di telemedicina e partner sanitari abilitati nell’UE, il paziente compila un questionario clinico, viene sottoposto a verifica di idoneità e, se appropriato, l’ordine viene processato nel rispetto della normativa vigente e delle buone pratiche di dispensazione.
Questo modello non è un escamotage per eludere la legge: al contrario, integra valutazione clinica, controllo di interazioni/controindicazioni e tracciabilità della fornitura. Se il profilo non è idoneo, l’acquisto non viene autorizzato e si raccomanda un consulto tradizionale. I vantaggi includono comodità, discrezione, assistenza clienti e spedizione tracciata. Prima di procedere, avere a disposizione eventuali referti diagnostici e l’elenco dei farmaci in uso facilita una valutazione accurata e un impiego sicuro di Biltricide.
Biltricide è il nome commerciale del praziquantel, un farmaco antielmintico usato per trattare infezioni da trematodi (come la schistosomiasi, clonorchiasi, opisthorchiasi, paragonimiasi) e cestodi (come teniasi da Taenia saginata/solium, diphyllobothriasi, hymenolepiasi).
Aumenta il flusso di calcio nelle membrane dei vermi, determinando paralisi e morte del parassita; nei cestodi danneggia anche il tegumento, facilitando la distruzione da parte del sistema immunitario.
È indicato per Schistosoma spp., Clonorchis sinensis, Opisthorchis viverrini, Paragonimus westermani e per cestodi come Taenia saginata, Taenia solium, Diphyllobothrium latum e Hymenolepis nana.
Si assume per via orale, preferibilmente con il cibo e un bicchiere d’acqua per migliorarne l’assorbimento; le compresse vanno deglutite intere o spezzate seguendo il dosaggio prescritto, evitando succo di pompelmo.
Spesso si tratta di una singola giornata di terapia (una o più somministrazioni nello stesso giorno), ma durata e schema dipendono dal parassita, dal peso e dal giudizio del medico.
Nausea, dolore addominale, diarrea, mal di testa, vertigini, sonnolenza, stanchezza e rash cutaneo; in alcune infezioni i sintomi possono riflettere la reazione dell’organismo alla morte dei parassiti.
Può accadere: la distruzione dei parassiti può provocare febbricola, malessere e peggioramento temporaneo dei sintomi; di solito è transitorio, ma va segnalato al medico se intenso o persistente.
Chi è allergico al praziquantel, chi ha cisticercosi oculare nota, e chi ha gravi malattie epatiche senza stretta supervisione; cautela con disturbi neurologici e in caso di terapia con induttori/inibitori del CYP.
I dati suggeriscono un buon profilo di sicurezza, in particolare per il trattamento della schistosomiasi nel 2°-3° trimestre; in allattamento il passaggio nel latte è basso e generalmente considerato compatibile. La decisione va sempre personalizzata dal medico.
Rifampicina, carbamazepina, fenitoina e l’erba di San Giovanni possono ridurne l’efficacia; cimetidina, alcuni azolici e il succo di pompelmo possono aumentarne i livelli plasmatici. Informare sempre il medico su tutte le terapie in corso.
Meglio evitarlo: l’alcol può aumentare sonnolenza, vertigini e fastidi gastrointestinali e complicare la valutazione di eventuali effetti indesiderati.
Sì, il praziquantel è un farmaco soggetto a prescrizione medica; l’automedicazione è sconsigliata.
Con il controllo parassitologico (esame di feci o urine a seconda dell’infezione) a distanza di settimane; il medico può decidere eventuale rivalutazione o dose di richiamo.
Assumerla appena ci si ricorda, salvo che sia quasi ora della successiva; non raddoppiare la dose. Per terapie concentrate in un solo giorno, contattare il medico per istruzioni.
Può essere usato in età pediatrica sotto guida specialistica; dosi e indicazioni dipendono dal peso e dal tipo di parassita.
Sono rare ma monitorate, specialmente nella schistosomiasi; l’uso appropriato e i controlli post-trattamento aiutano a limitarle.
A temperatura ambiente, al riparo da umidità e luce, e fuori dalla portata dei bambini; non usare dopo la data di scadenza.
Meglio evitare nelle 24 ore successive, perché vertigini e sonnolenza sono possibili.
Nessuna dieta specifica, ma assumere il farmaco con il cibo aiuta; evitare succo di pompelmo e alcol.
Nessuna nella sostanza: Biltricide è un marchio commerciale del principio attivo praziquantel.
Biltricide è di prima scelta per schistosomiasi e molte infezioni da trematodi e cestodi; l’albendazolo è preferito per la maggior parte dei nematodi intestinali e per la neurocisticercosi. La scelta dipende dal parassita, dalla sede e dalle comorbilità.
Il mebendazolo è efficace soprattutto contro nematodi (ossiuri, ascaridi, tricocefali) e ha scarsa attività su schistosomi e flukes; Biltricide è invece specifico per trematodi e cestodi. Per le teniasi, mebendazolo non è di prima linea.
Entrambi funzionano per le tenie intestinali; la niclosamide agisce nel lume intestinale con assorbimento minimo e pochi effetti sistemici, mentre il praziquantel è sistemico e utile anche quando vi è sospetto di interessamento extraintestinale. La scelta dipende dal contesto clinico e dalla specie (Taenia solium richiede particolare cautela).
Per Fasciola hepatica il farmaco di scelta è il triclabendazolo; il praziquantel non è efficace. Per altre distomatosi (es. clonorchiasi, opisthorchiasi, paragonimiasi) Biltricide è generalmente la terapia di riferimento.
Ivermectina è indicata per nematodi come Strongyloides e Onchocerca e per alcuni ectoparassiti; non è attiva sui trematodi/cestodi trattati da praziquantel. Sono quindi complementari, non intercambiabili.
L’oxamniquina è attiva principalmente su Schistosoma mansoni e non sugli altri; ha più effetti neurologici e oggi è meno usata. Praziquantel copre le principali specie di Schistosoma ed è lo standard.
Il pirantel è utile per nematodi intestinali (ossiuri, ascaridi, anchilostomi) e non per schistosomi o flukes; per questi ultimi è indicato il praziquantel. La scelta dipende dall’agente causale.
Entrambi possono essere efficaci; spesso si preferiscono niclosamide o praziquantel per la teniasi intestinale. Se si sospetta neurocisticercosi, la gestione è specialistica e l’albendazolo (talvolta con praziquantel) si usa in regime protetto con corticosteroidi.
Il praziquantel è molto efficace anche sulla fase di autoinfezione; la niclosamide agisce nel lume e può richiedere regimi più prolungati. Nei bambini, il profilo di tollerabilità di entrambe è buono sotto supervisione medica.
I dati di sicurezza del praziquantel sono favorevoli, specie dal secondo trimestre; mebendazolo e albendazolo sono generalmente evitati nel primo trimestre. La decisione va personalizzata dal medico in base al rischio/beneficio.
Per opisthorchiasi e clonorchiasi il praziquantel è la terapia standard; il triclabendazolo è riservato alla fascioliasi. In aree endemiche la scelta segue linee guida locali.
Praziquantel dà spesso disturbi transitori (sonnolenza, vertigini, nausea) in terapie brevi; l’albendazolo, specialmente se prolungato, può richiedere monitoraggio di transaminasi ed emocromo per rare epatotossicità o citopenie.
Nitazoxanide è usata per protozoi e alcune diarree (giardiasi, criptosporidiosi) e non copre schistosomiasi o la maggior parte dei flukes/cestodi; per questi ultimi è indicato il praziquantel. Si tratta di farmaci per parassiti diversi.
La DEC è usata per filariosi linfatica e loaiasi; il praziquantel non è indicato per filarie. Sono farmaci con target parassitari diversi e non sovrapponibili.