Fluoxetina è un antidepressivo SSRI impiegato per depressione maggiore, disturbo ossessivo‑compulsivo, bulimia nervosa e disturbo di panico. Aumenta la disponibilità di serotonina, migliorando umore, ansia, impulsi e comportamenti ripetitivi. Ha emivita lunga, profilo di sicurezza consolidato e può essere usata in adulti e, in casi selezionati, in età pediatrica sotto controllo medico. Non è una soluzione immediata: i benefici emergono in settimane e richiedono aderenza. La scelta, la dose e la durata vanno definite col medico, valutando comorbilità, terapie concomitanti, gravidanza/allattamento ed effetti indesiderati. Non iniziare o sospendere da soli: parlane con un professionista di salute prima di modificare terapia.
La fluoxetina è un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (SSRI) indicato soprattutto per il trattamento della depressione maggiore. Migliorando la trasmissione serotoninergica, può attenuare tristezza, anedonia, ansia associata e sintomi somatici correlati al tono dell’umore. È indicata anche per il disturbo ossessivo‑compulsivo (DOC), dove riduce la frequenza e l’intensità di ossessioni e compulsioni, e per il disturbo di panico, aiutando a prevenire attacchi e anticipazione ansiosa.
In ambito dei disturbi dell’alimentazione, la fluoxetina è impiegata nella bulimia nervosa per diminuire episodi di abbuffata e condotte compensatorie. Talvolta, sotto rigorosa supervisione specialistica, viene considerata in adolescenti per depressione o DOC. Non è invece un ansiolitico “al bisogno”: richiede assunzione continuativa e monitoraggio clinico, con un piano terapeutico personalizzato e integrabile con psicoterapia.
La posologia va sempre definita dal medico in base a diagnosi, età, comorbilità e farmaci concomitanti. In adulti con depressione o DOC, il dosaggio iniziale frequente è 20 mg/die, in unica somministrazione (mattina) o divisa, con possibilità di aggiustamento graduale secondo risposta e tollerabilità; alcuni pazienti necessitano di 40–60 mg/die. Nel disturbo di panico si può partire da 10 mg/die per una settimana per migliorare la tollerabilità iniziale, quindi incrementare.
Nella bulimia nervosa, i protocolli autorizzati spesso prevedono titolazioni fino a 60 mg/die. In età pediatrica, quando indicata (p. es. depressione maggiore negli ≥8 anni e DOC negli ≥7 anni, secondo schede tecniche), si usano dosi iniziali più basse con incrementi prudenti e monitoraggio stretto di crescita, comportamento e rischio suicidario. La somministrazione può avvenire con o senza cibo; mantenere orari regolari favorisce l’aderenza.
Ricorda che l’efficacia non è immediata: i primi effetti si osservano spesso dopo 1–2 settimane, con pieno beneficio entro 4–6 (o oltre per DOC). Non modificare dose né interrompere bruscamente senza confronto col curante; la lunga emivita di fluoxetina consente talvolta riduzioni graduali più agevoli, ma la strategia di sospensione deve essere sempre decisa dal medico.
Valutare storia di episodi maniacali/ipomaniacali (rischio viraggio in disturbo bipolare), suicidarietà soprattutto in giovani, epilessia o soglia convulsiva bassa, e disturbi emorragici. Gli SSRI, fluoxetina inclusa, possono aumentare rischio di sanguinamento soprattutto se associati a FANS, aspirina o anticoagulanti. Negli anziani è più probabile iponatriemia da SIADH: attenzione a sonnolenza, confusione o instabilità.
In caso di glaucoma ad angolo stretto, disturbi del ritmo cardiaco, insufficienza epatica o renale, serve cautela e possibile adattamento. La fluoxetina inibisce il CYP2D6: ciò può potenziare l’esposizione a vari farmaci (vedi Interazioni). Valutare eventuale calo dell’appetito e del peso nei soggetti fragili. Evitare alcol: può peggiorare sonnolenza, giudizio e sintomi depressivi.
Gravidanza e allattamento richiedono valutazione individuale rischio/beneficio. L’uso nel terzo trimestre è stato associato a sintomi di adattamento neonatale e, raramente, ipertensione polmonare persistente del neonato. Durante l’allattamento passano piccole quantità nel latte; monitorare il lattante. In presenza di pensieri suicidari o crisi acute, contattare immediatamente i servizi di emergenza (112/118) o rivolgersi a un pronto soccorso.
Controindicata in caso di ipersensibilità nota al principio attivo o eccipienti; uso concomitante con inibitori delle monoamino‑ossidasi (IMAO) o entro 14 giorni dalla loro sospensione (e viceversa, attendere opportuna wash‑out passando da fluoxetina a IMAO, data l’emivita lunga). Controindicata con tioridazina o pimozide per rischio di aritmie gravi. L’associazione con linezolid o blu di metilene endovenoso richiede gestione specialistica.
Gli effetti indesiderati comuni includono nausea, dispepsia, diarrea, cefalea, insonnia o sonnolenza, agitazione, ansia transitoria, tremore, sudorazione, secchezza delle fauci e capogiri. Possono verificarsi alterazioni dell’appetito e del peso. Le disfunzioni sessuali (riduzione della libido, ritardo dell’orgasmo, anorgasmia) sono frequenti e talora persistenti durante il trattamento.
Meno spesso si osservano rash cutanei, orticaria, fotosensibilità o reazioni allergiche; raramente epatopatie (aumento transaminasi), convulsioni, iponatriemia, e prolungamento del QT in predisposti. Nei pazienti giovani monitorare variazioni del comportamento, peggioramento dell’umore o comparsa di ideazione suicidaria, soprattutto nelle prime settimane o dopo variazioni posologiche.
La sindrome serotoninergica è un’emergenza rara ma potenzialmente grave, soprattutto in associazione ad altri farmaci che aumentano la serotonina: segni includono agitazione, confusione, febbre, sudorazione intensa, rigidità o mioclono, instabilità pressoria, tachicardia e diarrea. In presenza di tali sintomi, sospendere e richiedere assistenza medica urgente.
IMAO sono controindicati (rischio di sindrome serotoninergica). Prudenza o evitamento con altri serotoninergici: triptani, tramadolo, litio, linezolid, blu di metilene EV, altri SSRI/SNRI, TCA, mirtazapina, trazodone, erba di San Giovanni. Segnala sempre integratori e prodotti da banco: alcuni fitoterapici possono interagire.
Inibendo il CYP2D6, la fluoxetina può aumentare livelli di farmaci substrato: alcuni antidepressivi triciclici, antipsicotici (p. es. risperidone), atomoxetina, metoprololo e altri beta‑bloccanti, alcuni antiaritmici. Con tamoxifene può ridurre la formazione del metabolita attivo (endoxifene): in pazienti oncologici va valutata alternativa. L’associazione con tioridazina o pimozide è controindicata per rischio aritmico.
Aumenta il rischio di sanguinamento con FANS, aspirina e anticoagulanti orali; se indispensabili, valutare gastroprotezione e vigilanza clinica. Alcol non è raccomandato. Cautela con farmaci che prolungano il QT o abbassano la soglia convulsiva. Informare il medico di tutti i medicinali in uso; non iniziare nuovi trattamenti senza parere professionale.
Se dimentichi una dose, assumila appena te ne ricordi, a meno che manchi poco alla successiva: in tal caso salta la dose e prosegui come previsto. Non raddoppiare per compensare. Grazie alla lunga emivita di fluoxetina, una singola dimenticanza raramente compromette la terapia, ma ripetute omissioni ne riducono l’efficacia; se accade spesso, parla col medico per strategie di aderenza.
I sintomi possono includere nausea, vomito, capogiri, agitazione, tremori, sonnolenza, tachicardia, alterazioni pressorie, convulsioni, aritmie, fino a coma o sindrome serotoninergica, specie con co‑ingestione di altri farmaci. In caso di sospetto sovradosaggio, contatta subito i servizi di emergenza (112/118) o un centro antiveleni e non indurre il vomito senza indicazione. Il trattamento è di supporto; carbone attivo precoce può essere considerato in ambiente sanitario. Non esiste antidoto specifico.
Conserva fluoxetina a temperatura ambiente, al riparo da umidità e calore, nella confezione originale ben chiusa. Tieni il farmaco fuori dalla vista e dalla portata dei bambini e degli animali domestici. Non usare oltre la data di scadenza; smaltisci le confezioni non più necessarie tramite i contenitori per farmaci scaduti presenti in farmacia, evitando di gettarle nei rifiuti domestici o nello scarico.
In Italia la fluoxetina è un medicinale soggetto a prescrizione medica e, come tale, non è legale acquistarla senza ricetta. Le farmacie fisiche e online autorizzate richiedono sempre prescrizione valida; diffida da siti che promettono “SSRI senza ricetta”: oltre a essere illeciti, espongono a farmaci falsi o pericolosi. Percorsi legittimi includono visita con il medico di famiglia, lo specialista o servizi di telemedicina accreditati, che possono rilasciare una ricetta dopo valutazione clinica.
Non posso aiutare a ottenere farmaci con modalità che aggirano la prescrizione. Salute Intima JSC non vende farmaci né fornisce fluoxetina senza ricetta: offre informazione sanitaria e può orientare verso canali autorizzati e consulti medici qualificati, dove un professionista valuta il caso e, se appropriato, prescrive legalmente il trattamento. Per acquistare fluoxetina in sicurezza, affidati esclusivamente a prescrizioni valide e farmacie registrate dal Ministero della Salute.
La fluoxetina è un antidepressivo SSRI (inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina) usato per depressione maggiore, disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e bulimia nervosa; in alcuni Paesi è approvata anche per disturbo di panico e disturbo disforico premestruale.
Blocca il trasportatore della serotonina (SERT), aumentando la serotonina disponibile nelle sinapsi cerebrali e migliorando tono dell’umore, ansia e impulsi ossessivo-compulsivi.
I primi benefici possono comparire dopo 1-2 settimane, ma l’effetto pieno su depressione e DOC richiede spesso 4-8 settimane o più; nei disturbi ansiosi possono servire 8-12 settimane.
Ha un’emivita lunga: 2-4 giorni (fluoxetina) e 7-15 giorni (norfluoxetina). Questo stabilizza i livelli, riduce il rischio di sintomi da sospensione, ma prolunga le interazioni e richiede 5 settimane di washout prima di iniziare un IMAO.
È indicata per depressione maggiore, DOC e bulimia nervosa; in alcuni Paesi anche per disturbo di panico e disturbo disforico premestruale. Negli adolescenti è tra gli SSRI con evidenze più solide per la depressione.
Spesso si inizia con 20 mg al giorno; si può aumentare gradualmente fino a 40-60 mg/die a seconda della risposta e della tollerabilità (bulimia spesso 60 mg/die). Seguire sempre le indicazioni del medico.
La fluoxetina può essere leggermente attivante: di solito si preferisce la mattina. Se causa sonnolenza, alcuni la assumono la sera. Mantieni orari regolari.
Nausea, diarrea o disturbi gastrointestinali, insonnia o sonnolenza, tremori lievi, cefalea, sudorazione, bocca secca, ansia iniziale, calo della libido e difficoltà orgasmiche. Spesso tendono a ridursi nelle prime settimane.
Sindrome serotoninergica (agitazione, tremori, febbre, sudorazione, confusione), peggioramento dell’umore o pensieri suicidari soprattutto a inizio terapia o nei giovani, mania/ipomania in soggetti bipolari, iponatriemia, aumento del rischio di sanguinamento, convulsioni. In caso di segnali di allarme, contatta subito il medico o il 118.
È un potente inibitore del CYP2D6 e può aumentare i livelli di farmaci come alcuni antipsicotici, TCA, metoprololo e ridurre l’attivazione del tamoxifene. Rischio di sindrome serotoninergica con IMAO (controindicati), linezolid, blu di metilene, triptani, tramadolo, litio, erba di San Giovanni. Aumenta il rischio di sanguinamento con FANS/aspirina/anticoagulanti.
È meglio limitare o evitare l’alcol: può peggiorare sonnolenza, disinibizione, ansia o depressione e aumentare il rischio di effetti avversi.
Tutti gli SSRI hanno un profilo di rischio/beneficio da valutare: esiste un piccolo aumento del rischio di sintomi di adattamento neonatale e, raramente, di ipertensione polmonare persistente del neonato. In allattamento la fluoxetina passa nel latte più di altri SSRI; spesso si preferisce sertralina, ma la scelta va personalizzata con il medico.
La sua lunga emivita riduce il rischio di sindrome da sospensione rispetto ad altri SSRI, ma è comunque consigliabile scalare gradualmente sotto supervisione medica.
All’inizio può ridurre l’appetito e il peso; a lungo termine alcuni pazienti possono aumentare di peso. Il rischio di incremento ponderale sembra minore rispetto a paroxetina.
Può ridurre desiderio, ritardare l’orgasmo o causare anorgasmia. Non sospendere da solo: esistono strategie gestibili con il medico (aggiustamento dose, attesa, cambio molecola).
Finché non conosci come reagisci, usa cautela: possono verificarsi sonnolenza, capogiri o agitazione, soprattutto nelle prime settimane o dopo modifiche di dose.
Assumila quando te ne ricordi se è lo stesso giorno; se è quasi ora della dose successiva, salta quella dimenticata. Non raddoppiare. La lunga emivita riduce l’impatto di una singola dimenticanza.
La fluoxetina inibisce fortemente CYP2D6 e può ridurre la formazione dell’attivo endoxifene; spesso si preferiscono SSRI con minore inibizione (es. sertralina, citalopram). Condividi sempre la terapia oncologica con il tuo psichiatra/medico.
Entrambe efficaci per depressione, ansia e DOC. La fluoxetina è più “attivante” e ha emivita molto lunga con più interazioni (CYP2D6); sertralina dà più spesso diarrea ma ha meno interazioni ed è spesso preferita in gravidanza/allattamento.
La paroxetina tende a dare più aumento di peso, sedazione, effetti anticolinergici e la più marcata sindrome da sospensione per la breve emivita. La fluoxetina ha più rischio di interazioni (CYP2D6), può essere attivante ma è più “forgiving” se salti dosi.
Citalopram ha poche interazioni ma un rischio dose-dipendente di prolungamento QT (attenzione oltre 20 mg negli anziani o 40 mg negli adulti). La fluoxetina ha minore impatto sul QT ma più interazioni e una lunga emivita.
Escitalopram è spesso meglio tollerato, con minori interazioni e profilo neutro su sedazione/attivazione. Fluoxetina può essere preferita in depressioni con letargia o anergia grazie al profilo leggermente attivante.
Entrambe efficaci nel DOC; la fluvoxamina ha lunga tradizione nel DOC ma inibisce fortemente CYP1A2/2C19 con molte interazioni ed è più sedativa. La fluoxetina interagisce via CYP2D6 e ha emivita più lunga, utile per aderenza.
Sertralina ha evidenze robuste e spesso è meglio tollerata sull’ansia somatica; la fluoxetina è valida ma può dare attivazione/irrequietezza iniziale. La scelta dipende da profilo di effetti e comorbidità.
Quando serve un SSRI in gravidanza/allattamento spesso si preferisce sertralina; la paroxetina è generalmente evitata nel primo trimestre per un lieve aumento di malformazioni cardiache. Fluoxetina ha ampia esperienza d’uso ma passa più nel latte rispetto a sertralina.
Negli anziani contano interazioni e sicurezza cardiaca: fluoxetina può accumularsi e interagire (CYP2D6); citalopram richiede monitoraggio del QT e dose ridotta. Escitalopram o sertralina sono spesso alternative considerate.
Tutti gli SSRI possono dare disfunzione sessuale; alcuni studi suggeriscono tassi leggermente inferiori con escitalopram. La fluoxetina ha tassi comparabili a sertralina/citalopram.
La fluoxetina ha il rischio più basso di sintomi da sospensione grazie alla lunga emivita; la paroxetina il più alto. Questo è rilevante se prevedi interruzioni o scarsa aderenza.
La sertralina è più spesso associata a diarrea; la fluoxetina a nausea/anoressia iniziale. Entrambe tendono a migliorare col tempo.
Fluoxetina inibisce potentemente CYP2D6 (attenzione a antipsicotici, TCA, metoprololo, tamoxifene). Escitalopram ha poche interazioni clinicamente rilevanti.
La fluvoxamina è più sedativa e può essere utile se l’ansia è accompagnata da insonnia; la fluoxetina è più attivante, utile in quadri di apatia/ipoenergia, ma può accentuare l’insonnia iniziale.
La fluoxetina ha tra le migliori evidenze e approvazioni per la depressione in età 8-18 anni (con psicoterapia), mentre altri SSRI hanno indicazioni più limitate; va monitorato il rischio di ideazione suicidaria come per tutti gli SSRI.
Citalopram ed escitalopram hanno un rischio QT dose-dipendente; la fluoxetina meno. In pazienti con fattori di rischio cardiaco o politerapia QT-prolungante, la scelta e il monitoraggio ECG vanno personalizzati.
Sertralina è spesso prima scelta per il basso passaggio nel latte. La fluoxetina può essere usata con monitoraggio del lattante (insonnia, irritabilità, scarsa crescita), valutando benefici e rischi con il medico.